Studenti pro Palestina a Trento: aula occupata a Economia – Cronaca
TRENTO. La protesta si è “presa” Economia. La presa di posizione, da parte della comunità studentesca trentina, in favore della causa palestinese continua all’interno dei dipartimenti dell’Università di Trento e – a seguito della manifestazione di giovedì l'”intifada studentesca” indetta da Giovani Palestinesi Italia – lo step successivo è stato la “tendata” nei cortili universitari.
Nella facoltà di Economia, attualmente cardine centrale della manifestazione, l‘Aula Rossa venerdì è stata occupata dai manifestanti: alcuni di loro hanno trascorso la notte all’interno, altri nelle tende che sono rimaste nel cortile.
Oltre all’accampamento, nei giorni scorsi, anche altre sedi della città universitaria sono state oggetto di manifestazione: in varie facoltà, infatti, gli studenti hanno distribuito volantini e scandito slogan con i megafoni.
I ragazzi sono arrabbiati anche con l’Università di Trento: nei loro volantini si contestano i rapporti tra l’ateneo trentino e le università israeliane e il legame dell’Ateneo con enti di ricerca riconducibili – denunciano i manifestanti – all’industria bellica: nell’opuscolo degli studenti finisce nel mirino per questo anche Fbk.
Le richieste nei confronti dell’università, oltre alla cessazione dei rapporti con “l’industria bellica”, vedono una serie di richieste al Rettore: in particolare i contestatori chiedono le dimissioni da Med-or, associazione nata da iniziativa di Leonardo Spa per la promozione dell’attività culturale nel Mediterraneo, fino al Medio e Estremo Oriente. Gli studenti che hanno annunciato “l’accampamento per l’intifada studentesca”, si inseriscono in una rete di altre università, circa trenta, per cui la componente studentesca ha scelto di aderire alla manifestazione e alle occupazioni.
Il rettore Flavio Deflorian ha commentato l’occupazione e le ragioni degli studenti: «Si tratta di temi senz’altro importanti, che meritano attenzione, ma ci sono discrepanze sulle modalità del dialogo. Con l’occupazione si mette in difficoltà e si crea disagio per chi lavora, ma il “danno” è contenuto: si è lavorato da subito con la riprogrammazione per minimizzare i disagi, garantendo una continuazione dell’attività accademica».
Apsny News